Spero abbiate passato delle serene e riposanti vacanze, perché da oggi, fino a fine anno, cominceremo ad occuparci delle Forme più complesse e spettacolari di combattimento con la Lightsaber.
In questo primo viaggio post-estivo, andremo a “vivisezionare” uno degli Stili più iconici presentati nella Saga di Star Wars, non fosse altro perché il suo fruitore più famoso non è altro che il protagonista dell’intera prima esalogia: Anakin Skywalker, in arte Darth Vader.
La Forma V: Shien / Djem-So, anche nota come La via del Dragone Krayt o la Forma della Perseveranza, è la quinta delle sette forme riconosciute come canoniche dall'ultimo Consiglio Jedi sul combattimento con la spada laser.
Viene
sviluppata dai praticanti della Forma III (Soresu), accortisi che una
forma esclusivamente difensiva allungherebbe troppo uno scontro,
tramite l'obbligo di aspettare un'opportunità di affondo piuttosto
che creare le proprie aperture.
La
Forma V, quindi, è caratterizzata da attacchi e difese potenti
immediatamente seguiti da contromosse.
Lo Shien, considerato la Forma V classica, si concentra maggiormente sul deflettere i colpi di blaster mentre il Djem-So è stato sviluppato in seguito, per il combattimento fra spade laser.
Entrambi
sono stati progettati per ritorcere un attacco contro chi lo porta,
come evidenziato dal focus dello Shien sul
respingere i colpi di blaster e l'enfasi che il Djem So mette
sul contrattaccare fulmineamente dopo essere stati colpiti.
Anche
se molti Jedi ritengono che la Forma V incoraggi l'aggressività e il
dominio, non è stato sufficiente a frenarne molti dal praticarlo.
La Forma V viene creata dai maestri della Forma III: Soresu che desiderano uno stile più offensivo, dato che la caratteristica difensiva della Forma III prolunga troppo i duelli.
Quindi,
vengono combinate le manovre difensive della Forma III con la
filosofia e le tattiche più aggressive della Forma II (Makashi): il
risultato è una Forma che richiede un maggiore livello di forza
fisica rispetto alle altre forme di combattimento con la spada laser,
dal momento che si focalizza sul completo dominio dell'avversario del
fruitore, tanto da venire considerata la più estenuante delle forme.
Viene sviluppata accanto alla Forma IV (Ataru) in un periodo in cui ai Jedi viene chiesto sempre di più di mantenere la pace, anche se alcuni Jedi, notandone lo scopo di dominio e forza, pensano che provochi pensieri inappropriati ed un pericoloso incipit nel cammino verso il lato Oscuro della Forza.
Altri
Jedi, incluso il Mastro d'arme Cin Drallig, sono in quel periodo
attentamente neutrali a riguardo; ciò non di meno, coloro che
propongono la Forma V sostengono che sia un valente strumento per
l'Ordine Jedi.
Come
anticipato, la Forma V ha due varianti distinte: Shien e Djem-So,
di cui parlerò più dettagliatamente nelle prossime righe:
Shien
Lo Shien viene descritto come ben adattato a proteggere dal fuoco dei blaster e dai colpi nemici senza compromettere la capacità di lanciare potenti controffensive, pur essendo meno efficace contro un avversario singolo. Si calcola che esista almeno fin dai tempi della Guerra Civile Jedi (3.959 BBY).
Con
la propria concentrazione contro i proiettili di blaster,
lo Shien prevede che il Jedi sia spesso in
inferiorità numerica e abbia bisogno di difendersi mentre riunisce
le proprie capacità offensive. In più, esiste una variante
chiamata Shien Sith.
L'assetto di apertura dello Shien è una posizione di guardia alta con l'elsa della spada laser tenuta puntata verso l'alto dietro di sé con entrambe le mani sopra la testa; la gamba principale viene tenuta arretrata in modo da permettere colpi resi più potenti dal passo in avanti.
Un'altra posizione dello Shien consiste in un assetto di attacco orizzontale che viene usato per compiere attacchi molto ampi che colpiscono più nemici insieme. I praticanti inoltre in genere sono esperti in una manovra chiamata "Barriera di Lame", che difende il corpo dalle armi da fuoco e ridirige alcuni dei proiettili ricevuti.
La "Deflessione Shien" è un'altra tecnica familiare a questi guerrieri, tecnica che permette loro di parare il fuoco di armi blaster e saltare contro un avversario in contemporanea; tuttavia, lo Shien non è privo di lati negativi, data la particolare debolezza contro nemici singoli.
Djem-So
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Il Djem-So è
la creazione di un gruppo di maestri della Forma III, che la
ritenevano una forma troppo passiva, rivolgendosi quindi alla sua
debolezza principale: il fatto che un Maestro Jedi possa sì
mantenere una difesa alta per un tempo molto elevato, ma sia
completamente disarmato contro un avversario particolarmente abile.
Utilizzando
una combinazione calcolata di blocchi e parate, un praticante
di Djem-So è in grado di tenere alta la difesa
contro attacchi sia da lunga gittata sia in mischia; se un praticante
di Soresu sta sulla difensiva e contrattacca solo quando è
strettamente necessario o se ne presenta l'occasione in seguito ad
un'apertura nemica, un praticante di Djem-So non è così
passivo: subito dopo essersi difeso risponde con un attacco proprio
cercando di sfruttare la forza dell'avversario contro lui stesso e di
dominare il duello. Per questo motivo, questa variante fa molta leva
sulla forza bruta, con colpi e parate poderosi subito seguiti da
contrattacchi.
Al
contrario del Soresu o dell'Ataru, il Djem-So prevede che
il guerriero non solo risponda, ma continui a calcare la mano,
combinando la forza muscolare potenziata con la Forza e potenti
schemi di lama per surclassare in potenza e soverchiare la difesa del
proprio nemico. Il potere puro di questa variante, quando unito alla
Forza e usato da un guerriero esperto, è capace di battere un
praticante di Makashi, una forma basata prettamente sulla finezza e
l'eleganza.
L'assetto
di attacco del Djem-So consiste nel tenere la spada
laser sopra la testa, puntata verso il retro e il basso
contemporaneamente ed angolata circa sui quarantacinque gradi (45°),
il cui attacco caratteristico viene comunemente chiamato la "Valanga
cadente", un colpo dall'alto che si schianta sulla guardia
avversaria con forza eccezionale. I guerrieri che usano
il Djem-So impiegano una tattica chiamata "Risposta
Fluida" che consiste nel passare velocemente dal parare un
attacco al rispondere. Purtroppo, se lo Shien presenta
le proprie pecche sul bersaglio singolo, il tallone d'Achille
del Djem-So è la scarsità di mobilità.
I
praticanti la Forma V generalmente avevano una struttura fisica
imponente, per massimizzare il potenziale dello Stile sinergizzandolo
con la loro naturale anatomia; oltre a ciò potenziavano le loro
capacità fisiche con la Forza, rendendoli davvero dei pericolosi
avversari.
Alla
prossima settimana!
Mistrolomeo
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