Buongiorno!
Eccoci arrivati alla tappa finale del nostro terzo viaggio, concludendo il percorso tecnico-conoscitivo del Soresu, la Forma 3 del Lightsaber Combat.
Abbiamo visto la stabilità dello Schii-Cho ben rappresentata dall’elemento Terra, l’elegante fluidità del Makashi fondersi con l’elemento Acqua: per quanto riguarda il Soresu, la sua imprevedibilità di movenze ben sublima nell’elemento Aria.
La rappresentazione alchemica dello Stile 3 e’ l’ultimo tassello del puzzle per completare pienamente la comprensione della Forma e delle sue molteplici variabili.
Partiamo la nostra analisi dalle caratteristiche intrinseche dell’elemento Aria ed applichiamole allo stile: l’aria e’ leggera, oppone pochissima resistenza, accoglie senza fermare, immobile e passiva, ma nello stesso tempo può essere rapida, sferzante, ubiquitaria financo letale.
Così il Soresu: passivo, immobile, in attesa; ma quando l’avversario incalza mostra la sua vera natura e potenza, la sua intangibilità, la sua ineffabile imprevedibilità, la leggerezza di un respiro si trasla improvvisamente in un contrattacco velocissimo ed inaspettato, che si insinua velocemente tra gli spazi e le difese.
L’aria e’ impalpabile, sfugge ad ogni controllo si provi ad esercitare su di essa: ma quando TU sei Aria, allora puoi “avvolgere” tutto con il tuo tocco. La pratica del Soresu insegna proprio ad avvolgere il proprio avversario come brezza leggera, ritirandosi a mulinello durante la difesa, solo per trovare gli spazi necessari durante l’attacco, in un moto perpetuo della spirale che si avviluppa e si espande durante le fasi del duello.
L’Aria ci deve portare a sviluppare la leggerezza del tocco: possiamo cambiare le correnti, la velocità, ma la potenza va esclusa nel modo più assoluto. Se ci pensiamo bene, la devastante forza di un uragano non dipende dalla sua massa, ma dalla sua velocità.
Alla Tortellino Laser, perseguendo sempre l’obbiettivo della sicurezza durante il duello come priorità, portiamo particolare attenzione didattica verso la morbidezza e leggerezza nel colpo, lo scopo del Soresu (nonostante sia uno stile a due mani, quindi idealmente più “potente”) deve essere quello di acquisire proprio tale sensibilità e maestria.
Vi lascio con un pensiero di Murakami, che ben descrive l’essenza del Soresu: “Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba.”
Mistrolomeo
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