lunedì 30 settembre 2019

Forma 5, Episodio 4: Geometria

Buon inizio settimana a tutti!

Tempo di rientro scolastico e lavorativo, noi intanto proseguiamo con il nostro viaggio all’interno della Forma 5; in particolare oggi vi descriverò le sue geometrie, sia per quanto riguarda le applicazioni tecnico-stilistiche, che per quanto riguarda il profondo significato simbolico ed alchemico di queste forme anche all’interno della Saga cinematografica.

Abbiamo descritto il Djem-so come codificato dallo Iaido, con ampie direttive di attacco e spazzate sugli assalti dell’avversario atte a disarmarlo e/o a liberare il fronte offensivo: queste direttive sono perfettamente raffigurate dalla figura geometrica denominata Ottaedro.

L’ottaedro e’ un poliedro regolare, formato da otto triangoli equilateri, perciò può essere inserito con merito tra i 5 solidi platonici; Euclide ne codifica la costruzione all’interno di una sfera, per cui possiamo simbolicamente trarne origine dallo Schii-Cho, geometricamente parlando. La grossa differenza è che la sfera evidenzia le caratteristiche difensive, il Djem-So invece partendo dall’Ottaedro ha una connotazione “spigolosamente offensiva”.

Una delle peculiarità dell’ottaedro e’ di avere ben 24 simmetrie rotazionali (che preservano la simmetria della Forma) e 24 non rotazionali, per un totale di 48 piani di simmetria; in termini schermistici, questo viene traslato in una variegata e concatenata serie di direttive di attacco, praticamente da ogni direzione, fornendo una imprevedibilità non trascurabile della Forma V.
Oltre a ciò, le direttive sono esclusivamente in linea retta, fornendo velocità e potenza al colpo.

Ogni faccia dell’ottaedro e’, ripetiamolo, un triangolo equilatero: la regolarità della Forma ci ha condotto verso la codifica di 3 tempi di attacco, caricamento, spazzata e affondo. La velocità di transazione da un tempo all’altro e’ lasciata alla libera interpretazione del fruitore, ma la sequenza rimane costante, dando una sorta di metrica musicale allo Stile.

Se invece osserviamo l’ottaedro da un punto di vista alchemico, notiamo un perfetto allineamento con le caratteristiche dello Stile descritto da Lucas nella Saga: la base dell’ottaedro, il quadrato centrale, rappresenta il piano materiale, i due vertici (superiore ed inferiore), rappresentano rispettivamente l’elevazione nell’empireo e la discesa negli Inferi; nell’ottaedro regolare (ma anche nelle forme isosceli) abbiamo un perfetto equilibrio tra luce ed ombra, bene e male, più ci si spinge in una direzione, maggiore e’ l’allungamento nella direzione opposta, per mantenere pari distanza.

Simbolicamente, il praticante la Forma V, si muove perfettamente allineato tra le due espressioni della Forza, spingendosi tanto nel suo lato Chiaro quanto in quello Oscuro, per mantener un vitale equilibrio ciclico.

Anche in questo caso, torniamo al già citato concetto di aggressività senza aggressività.

A presto, per l’ultimo episodio riguardante il Djem-So.

Mistrolomeo

mercoledì 25 settembre 2019

Forma 5, Episodio 3: Filosofia

Buon mercoledì a tutti!

Dopo un bellissimo allenamento con parecchi nuovi Padawan che vogliono scoprire la Via del Tortellino, torniamo a dedicarci allo studio della Forma V, il Djem-So!

Oggi affronteremo insieme un punto fondamentale per carpire l’essenza di questo Stile aggressivo e dominatore, un punto che possiamo estrarre dalla filosofia del Bushido e che può bypassare il paradosso fra aggressività e scherma ludica praticata qui alla Tortellino Laser.

Fin dai primordi, nella pratica del Bushido ed in particolare nello studio figurato dello Iaido, il termine “Seme” (contrazione di Semeru, attaccare, minacciare), voleva rappresentare l’aggressivita’ passiva insita nella posizione di guardia statica o di attesa. Il praticante doveva evidenziare questo atteggiamento minaccioso ed aggressivo anche rimanendo perfettamente immobile nella sua posizione di Seiza. Questo avveniva traslando il proprio spirito combattivo e la propria aura verso l’avversario, che doveva sentire la minaccia insita nell’espressione, nella giusta contrazione muscolare e soprattutto nel “Seme” del guerriero seduto davanti a lui.

Partendo da questo concetto di “minaccia passiva”, abbiamo deciso di impostare la Forma V proprio su questo aspetto, anche per far collimare al meglio l’impostazione del Djem-So descritta da Lucas con la nostra versione codificata.
Ne deriva uno stile in un certo senso attendista, ma pronto ad un rapido e potente contrattacco per disarmare o finire l’avversario in una devastante sequenza di attacchi atti a superare le difese del compagno di duello; ovviamente l’esperienza ed il controllo della spada ricoprono un ruolo fondamentale nella pratica del Djem-So, la potenza del tocco va sapientemente dosata, mentre la ridotta velocità dello Stile va compensata con una precisa scelta di tempo nel decidere sia le direttive di attacco che quelle di difesa.

Ma è soprattutto la componente psicologica a farla da padrone nella pratica della Forma V!

L’essenza filosofica dello Stile viene espressa dal fruitore tramite un atteggiamento sicuro e quasi intimidatorio, pur mantenendo una posizione statica e non dinamica, come invece avviene durante la pratica delle Forme II e IV. Pochi movimenti decisi e precisi, numerose pause sempre con la minaccia pronta.

Aggressività senza aggressività, la vera quintessenza del Djem-So.

A mercoledì prossimo!

Mistrolomeo



martedì 24 settembre 2019

DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO KAPPA 
Vol. 21:

FERMIAMOCI SUBITO! si esatto! Devo un attimo interrompere nell’effettivo ciò di cui parlo abitualmente! A volte si possono avere delle notizie tali da dover per forza fermarsi a riflettere e a fare spazio! 
Non abbiamo fatto in tempo a mollare gli ormeggi sul nostro asteroide di fiducia per riprendere le nostre avventure che siamo stati letteralmente invasi da persone che hanno voluto unirsi alla ciurma e diventare come noi! Avevo parlato di reclutamento? L’espressione caduti dal cielo non rende l’idea! Sono felice e sconcertato allo stesso momento! Ammetto di essere stato preparato il giusto per questa “invasione” di altri membri della ciurma! 
Ad ogni modo ci siamo ricomposti e a quel punto siamo andati a festeggiare come solo dei pirati sanno fare e lo abbiamo fatto in grande stile ;) in un posto non lontano dal nostro asteroide  su una piccola luna che ospita la migliore qualità di pozioni e intrugli che un pirata spaziale possa desiderare! E devo dire che anche la compagnia non era affatto male, se si capisce cosa intendo! Ad ogni modo questo lo racconterò più avanti, ora riprendiamo in mano il timone e con l’equipaggio cresciuto, partire alla conquista di nuovi tesori! 

Kappa


lunedì 23 settembre 2019

La Donna e la Spada

Oggi inauguriamo una nuova rubrica, "LA DONNA E LA SPADA", dedicata al femminile.
A gestirla sarà Lady Funambola.
Per chi volesse poi approfondire le tematiche, i suoi articoli saranno corredati da una bibliografia consigliata.


Buongiorno a tutti,
in questa mia rubrica settimanale vi parlerò del rapporto tra il femminile e la scherma attraverso l’analisi degli archetipi che vi sono all’interno di ogni donna, figure che incontriamo anche nei personaggi femminili di Star Wars e che vedremo nelle settimane
successive.

Prima di tutto vorrei parlarvi di come ritengo che la scherma con spada laser sia un valido aiuto per la donna di lavorare su sé stessa aldilà della tecnica. Innanzitutto, la scherma permette di concentrarsi non solo sull’abilità fisica ma anche su quella emotiva e mentale e permette quindi di raggiungere un proprio equilibrio personale. Attraverso il duello non c’è mai violenza, ma una gestione del conflitto attraverso una profonda conoscenza di sé stessi rispettando sempre l’altro, perché noi siamo anche l’altro. 
Non si colpisce con forza per il piacere di vincere, ma diventa un’occasione per ascoltare il nostro corpo. In sostanza ci concentriamo su che cosa vogliamo comunicare all’altro mantenendo una nostra centratura in modo assertivo ed armonioso. Le stesse spade tra loro comunicano nel momento in cui si incrociano, ed ognuno dei duellanti ha modo di percepire il proprio spazio e quindi di definire i propri confini personali.
Il duello diventa capacità di apprendimento e adattamento attraverso la comunicazione con l'altro duellante, prendendo maggior consapevolezza su di sé e sulle carenze su cui
lavorare.
In sostanza la scherma con spada laser, come ogni tipologia di scherma, può essere un valido motivo per lavorare sull’assertività e sulla gestione dei conflitti, inoltre ci permette di stare radicati a terra.

La donna più di altri, essendo ricettiva, ha la necessità di trovare radicamento e imparare a relazionarsi con l’altro in modo assertivo, perché essendo mutevole si proietta spesso “fuori”.

Lady Funambola

Bibliografia consigliata:
“Essere leader al femminile” - S.Cuomo/M.Raffaglio

martedì 17 settembre 2019

DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO KAPPA 
Vol. 20: 

Caspita... si comincio a scrivere proprio così. Ultimamente mi sono ritrovato un sacco di pensieri per la testa e ho anche fatto fatica a metterli i fila, quantomeno in ordine. 
Fortunatamente la nave si trova ancora in ottime condizioni, non ci sono particolari operazioni da fare! 
Inoltre sto notando che alcuni membri dell’equipaggio tentennano a rimanere a bordo, chi sta prendendo strade nuove e chi ha deciso di raggiungerci più tardi! 
Poco male noi funzioniamo lo stesso e sotto la nostra bandiera nessuno è obbligato a rimanere! Ovviamente per chi decide di scendere rimane sempre il dispiacere!!
Tornando a noi comunque e rimanendo sulle cose allegre, sono felicemente sorpreso del vedere  l’equipaggio si sta dando un gran da fare nonostante il periodo di fiacca attraversato! Presto avremo un computer di bordo centrale nuovo e attivo (speriamo efficiente eheheh). 
Sto progettando alcune cose inoltre per quello che riguarda l’estetica della nave, alcune idee mi balenano e vedrò comunque di realizzarle. 
20esimo capitolo di questa avventura... a volte non ci credo...
per ora chiudo.

Kappa 


lunedì 16 settembre 2019

Forma 5, Episodio 2: Codifica

Buon lunedì a tutti!

Sistemati i Padawan con il rientro a scuola, sono pronto a prendervi per mano nella seconda tappa che ci porterà alla perfetta conoscenza della quinta Forma di combattimento con la Lightsaber: il Djem-So.

Quando abbiamo riunito il consiglio degli Stili per codificare la Forma V, ci siamo trovati di fronte ad un paradosso inizialmente abbastanza problematico: come anticipato la scorsa settimana, il Djem-So e’ caratterizzato dall’uso della forza fisica e da attacchi potenti, preposti ad un atteggiamento aggressivo e dominante durante il Duello; tutto ciò è palesemente in contrasto con la filosofia ludica ed imperniata sulla sicurezza che pratichiamo noi della Tortellino Laser.

Come far coesistere la filosofia di uno Stile così “oscuro” con il nostro modo di “leggere” il Lightsaber Combat? Mie esperienze passate nello studio delle arti marziali mi hanno svelato la soluzione: sostituendo la potenza del colpo con la maestosità di un’arte antichissima e l’austerita’ delle sue movenze; inoltre per ragioni di sicurezza l’applicazione della forza tipica dello Stile deve cambiare bersaglio, dal compagno di Duello alla sua spada.

Prima di intraprendere la mia avventura con il Lightsaber Combat, per anni ho praticato una delle più antiche forme del Bushido; mai avrei pensato di utilizzare nella pratica della scherma con la spada Laser la via dell’armonia della Spada, lo Iaido.

Le maestose direttive offensive e difensive di questa antica arte marziale si adattano perfettamente alla descrizione canonica della Forma V, con ampi fendenti e raddoppi nei contrattacchi.
L’ambidestria diventa una caratteristica peculiare del Djem-So, per renderlo più imprevedibile e meno statico.
La guardia alta visibile nella Saga e’ stata trasposta nel Jordan No Kamae del Bushido Classico, mantenendo sia la postura laterale e posteriore, sia la spada quasi verticale, quasi una “posta di Falcone”.

Per caratterizzare meglio la nostra versione della Forma V, abbiamo volutamente escluso le parate diciamo classiche, sostituendole con mirati attacchi sulla spada avversaria, in maniera da improntare lo Stile su una dinamica prettamente offensiva e “aggressiva”, pur rimanendo nell’ambito della totale. Sicurezza durante il duello.

Oltre ai tagli (kiri) presenti nello Iaido, abbiamo pensato di inserire nel Djem-So anche altre Fasi del combattimento simbolico dello Iaido: il Chiburui (scrollare simbolicamente il sangue dalla lama) e’ perfetto nel raddoppiare gli attacchi e dare l’idea di una tempesta incessante di colpi di aggressione sull’avversario; il Noto (il rinfodero della spada) crea delle varianti ampie per colpire l’avversario con direttive laterali ed ascendenti.

Seguendo sempre il Canone dello Stile, abbiamo pensato di lasciare molto spazio agli attacchi avversari, in modo da focalizzarsi sulle risposte ed i contrattacchi: ciò rende il Djem-So della Tortellino Laser uno Stile avanzato, adatto a praticanti più esperti ed in grado di gestire con freddezza e controllo le varie fasi del Duello.

Alla prossima!

Mistrolomeo

martedì 10 settembre 2019

Forma 5, Episodio 1: Lore

Ben ritrovati miei giovani Padawan!  

Spero abbiate passato delle serene e riposanti vacanze, perché da oggi, fino a fine anno, cominceremo ad occuparci delle Forme più complesse e spettacolari di combattimento con la Lightsaber.


In questo primo viaggio post-estivo, andremo a “vivisezionare” uno degli Stili più iconici presentati nella Saga di Star Wars, non fosse altro perché il suo fruitore più famoso non è altro che il protagonista dell’intera prima esalogia: Anakin Skywalker, in arte Darth Vader.



La Forma V: Shien / Djem-So, anche nota come La via del Dragone Krayt o la Forma della Perseveranza, è la quinta delle sette forme riconosciute come canoniche dall'ultimo Consiglio Jedi sul combattimento con la spada laser.
Viene sviluppata dai praticanti della Forma III (Soresu), accortisi che una forma esclusivamente difensiva allungherebbe troppo uno scontro, tramite l'obbligo di aspettare un'opportunità di affondo piuttosto che creare le proprie aperture.
La Forma V, quindi, è caratterizzata da attacchi e difese potenti immediatamente seguiti da contromosse.


Lo Shien, considerato la Forma V classica, si concentra maggiormente sul deflettere i colpi di blaster mentre il Djem-So è stato sviluppato in seguito, per il combattimento fra spade laser.
Entrambi sono stati progettati per ritorcere un attacco contro chi lo porta, come evidenziato dal focus dello Shien sul respingere i colpi di blaster e l'enfasi che il Djem So mette sul contrattaccare fulmineamente dopo essere stati colpiti. 
Anche se molti Jedi ritengono che la Forma V incoraggi l'aggressività e il dominio, non è stato sufficiente a frenarne molti dal praticarlo.

La Forma V viene creata dai maestri della Forma III: Soresu che desiderano uno stile più offensivo, dato che la caratteristica difensiva della Forma III prolunga troppo i duelli.
Quindi, vengono combinate le manovre difensive della Forma III con la filosofia e le tattiche più aggressive della Forma II (Makashi): il risultato è una Forma che richiede un maggiore livello di forza fisica rispetto alle altre forme di combattimento con la spada laser, dal momento che si focalizza sul completo dominio dell'avversario del fruitore, tanto da venire considerata la più estenuante delle forme.

Viene sviluppata accanto alla Forma IV (Ataru) in un periodo in cui ai Jedi viene chiesto sempre di più di mantenere la pace, anche se alcuni Jedi, notandone lo scopo di dominio e forza, pensano che provochi pensieri inappropriati ed un pericoloso incipit nel cammino verso il lato Oscuro della Forza.
Altri Jedi, incluso il Mastro d'arme Cin Drallig, sono in quel periodo attentamente neutrali a riguardo; ciò non di meno, coloro che propongono la Forma V sostengono che sia un valente strumento per l'Ordine Jedi.
Come anticipato, la Forma V ha due varianti distinte: Shien e Djem-So, di cui parlerò più dettagliatamente nelle prossime righe:

Shien


Lo Shien viene descritto come ben adattato a proteggere dal fuoco dei blaster e dai colpi nemici senza compromettere la capacità di lanciare potenti controffensive, pur essendo meno efficace contro un avversario singolo. Si calcola che esista almeno fin dai tempi della Guerra Civile Jedi (3.959 BBY).
Con la propria concentrazione contro i proiettili di blaster, lo Shien prevede che il Jedi sia spesso in inferiorità numerica e abbia bisogno di difendersi mentre riunisce le proprie capacità offensive. In più, esiste una variante chiamata Shien Sith.

L'assetto di apertura dello Shien è una posizione di guardia alta con l'elsa della spada laser tenuta puntata verso l'alto dietro di sé con entrambe le mani sopra la testa; la gamba principale viene tenuta arretrata in modo da permettere colpi resi più potenti dal passo in avanti.



Un'altra posizione dello Shien consiste in un assetto di attacco orizzontale che viene usato per compiere attacchi molto ampi che colpiscono più nemici insieme. I praticanti inoltre in genere sono esperti in una manovra chiamata "Barriera di Lame", che difende il corpo dalle armi da fuoco e ridirige alcuni dei proiettili ricevuti.

La "Deflessione Shien" è un'altra tecnica familiare a questi guerrieri, tecnica che permette loro di parare il fuoco di armi blaster e saltare contro un avversario in contemporanea; tuttavia, lo Shien non è privo di lati negativi, data la particolare debolezza contro nemici singoli.


Djem-So










Il Djem-So è la creazione di un gruppo di maestri della Forma III, che la ritenevano una forma troppo passiva, rivolgendosi quindi alla sua debolezza principale: il fatto che un Maestro Jedi possa sì mantenere una difesa alta per un tempo molto elevato, ma sia completamente disarmato contro un avversario particolarmente abile.

Utilizzando una combinazione calcolata di blocchi e parate, un praticante di Djem-So è in grado di tenere alta la difesa contro attacchi sia da lunga gittata sia in mischia; se un praticante di Soresu sta sulla difensiva e contrattacca solo quando è strettamente necessario o se ne presenta l'occasione in seguito ad un'apertura nemica, un praticante di Djem-So non è così passivo: subito dopo essersi difeso risponde con un attacco proprio cercando di sfruttare la forza dell'avversario contro lui stesso e di dominare il duello. Per questo motivo, questa variante fa molta leva sulla forza bruta, con colpi e parate poderosi subito seguiti da contrattacchi.



Al contrario del Soresu o dell'Ataru, il Djem-So prevede che il guerriero non solo risponda, ma continui a calcare la mano, combinando la forza muscolare potenziata con la Forza e potenti schemi di lama per surclassare in potenza e soverchiare la difesa del proprio nemico. Il potere puro di questa variante, quando unito alla Forza e usato da un guerriero esperto, è capace di battere un praticante di Makashi, una forma basata prettamente sulla finezza e l'eleganza.

L'assetto di attacco del Djem-So consiste nel tenere la spada laser sopra la testa, puntata verso il retro e il basso contemporaneamente ed angolata circa sui quarantacinque gradi (45°), il cui attacco caratteristico viene comunemente chiamato la "Valanga cadente", un colpo dall'alto che si schianta sulla guardia avversaria con forza eccezionale. I guerrieri che usano il Djem-So impiegano una tattica chiamata "Risposta Fluida" che consiste nel passare velocemente dal parare un attacco al rispondere. Purtroppo, se lo Shien presenta le proprie pecche sul bersaglio singolo, il tallone d'Achille del Djem-So è la scarsità di mobilità.


I praticanti la Forma V generalmente avevano una struttura fisica imponente, per massimizzare il potenziale dello Stile sinergizzandolo con la loro naturale anatomia; oltre a ciò potenziavano le loro capacità fisiche con la Forza, rendendoli davvero dei pericolosi avversari.

Alla prossima settimana!

Mistrolomeo

lunedì 9 settembre 2019

DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO KAPPA
Vol 19: 

Si ricomincia! Ebbene sì, dopo un periodo nascosti nel nostro covo che non so se svelerò abbiamo potuto ricaricare le nostre energie e lavorare sulle nuove cose da fare sia sulla nostra nave sia in giro per far danni! Come ogni pirata che si rispetti ovviamente!
Ho tante cose da dire è che non spiegherò tutte in una volta. 
Dalla ristrutturazione della nave, l’aggiunta di membri all’equipaggio, nuovi modi di pensare e di viaggiare. 
Vorrei soffermarmi però anche su una cosa mia personale che proverò a realizzare. Non garantisco una buona riuscita perché comunque non è facile ma vedremo cosa salta fuori. Insomma noi la nostra nave l’abbiamo accesa e siamo in partenza. Chi vuol venire con noi è il benvenuto! 
Motori accesi e bandiera spiegata!! 

Kappa 

DIARIO DEL CAPITANO

  Pagina 7   Data importante domani!!  Ciao ciurma! Buon sabato a tutti quanti!! Oggi parlerò un po’ di me ma non tanto di quello che sento ...