Buongiorno a tutti!
Oggi continueremo a parlare di Forma 4, in particolare di come alla Tortellino Laser abbiamo codificato lo stile Ataru a partire da tecniche schermistiche reali, teletrasportando questo stile spettacolare da una galassia lontana lontana al nostro mondo.
Se pensiamo alla pratica dell’Ataru, viene subito alla mente il bellissimo duello tra il conte Dooku ed il Gran Maestro Yoda in “l’attacco dei Cloni”. Una vorticosa girandola di colpi eseguite a velocità incredibile dal nostro verdognolo amico.
Come rendere praticabile uno stile basato essenzialmente sull’uso della Forza senza avere la possibilità di ricorrervi in “real”? Non potendo ovviare al gap di velocità soprannaturale di cui sono dotati i Jedi, siamo partiti dal fatto che potevamo velocizzare le traiettorie della lama, al posto del corpo.
Essendo il nostro capo istruttore Claudio aka Arkael un maestro di Kung Fu, ha una certa famigliarità con le armi usate in questa disciplina, perciò è stato quasi naturale associare le direttive di attacco dell’Ataru con quelle usate nel DAO cinese.
Il DAO e’ una tipologia di sciabola di origini antichissime (già usata un millennio prima della nascita di Cristo), anche se molto probabilmente la struttura moderna dell’arma trae spunto dalla scimitarra in uso dalla cavalleria mongola durante l’invasione della Cina nel XIII secolo.
Rispetto allo Jiang (la spada dritta) era di più facile forgiatura e non richiedeva una maestria così approfondita, pur mantenendo una spaventosa efficacia nel combattimento ravvicinato.
Le tecniche classiche di DAO prevedono stoccate e fendenti in 8 direzioni, a cui si aggiungono movimenti rotazionali dell’arma intorno al corpo.
Da qui l’idea di codificare, per la Forma 4, uno Stile veloce ed aggressivo, con deviazioni in movimento durante la difesa, seguite immediatamente da attacchi in rotazione nella direttiva opposta, con il risultato di ottenere una Forma di combattimento estremamente dinamica, veloce e con una certa dose di imprevedibilità.
La sinergia delle rotazioni di attacco con i movimenti circolari del corpo va poi ad incrementare il dinamismo dello Stile, avvicinandolo parecchio, per chi può permettersi la necessaria atleticita’ legata all’Ataru, a quanto visto nei film della Saga.
Come nella sua trasposizione cinematografica, il dinamismo estremo e la grande velocità della Forma 4, che costituiscono la grande forza dello Stile Ataru, rappresentano anche la sua debolezza più profonda: lo stile rimane efficace fino a quando il fruitore resta in costante movimento dinamico, una pausa nel combattimento rallenta la costruzione e la concatenazione degli attacchi.
Ne deriva che l’Ataru consuma velocemente le risorse energetiche del praticante, col rischio di restare senza fiato davanti ad un avversario strategicamente esperto.
Ma, nonostante tutto, il fascino e la bellezza coreografica della Forma 4 la rendono sicuramente una delle più attese nel percorso didattico dei nostri allievi.
Alla prossima!
Mistrolomeo
venerdì 28 giugno 2019
mercoledì 26 giugno 2019
La scherma e il corpo
"C'è un duplice vantaggio nell'insegnare, perché mentre si insegna, si impara."
E' quello che succede a me insegnando Scherma per la Tortellino Laser. Prendo quello che ho imparato, lo rielaboro e lo propongo ai miei allievi.
Così facendo, lo rendo ulteriormente chiaro a me stesso, non potrei trasmetterlo in maniera efficace altrimenti, e mentre lo insegno, lo esercito e lo "ripulisco".
Ogni allievo mi insegna qualcosa mentre io insegno a lui/lei.
Ogni allievo mi insegna qualcosa mentre io insegno a lui/lei.
Questo vale anche per gli altri istruttori, che sono prima di tutto allievi! E' il nostro spirito, la nostra Forza!
Ah, la frase sopra riportata è di Seneca.
Il concetto espresso sopra lo sto sperimentando con la mia classe di Makashi: ho integrato le tecniche che mi sono state insegnate con il resto della mia esperienza, soprattutto marziale, ed ora sto insegnando un Makashi che, nella forma esterna, è simile a quello di tante altre scuole, ma che nella sostanza è anche molto differente.
Per riuscire a integrare tutto questo, la parte di insegnamento è stata per me fondamentale: io insegno con l'esempio, oltre che con le parole. Con il corpo quindi.
Ed è proprio nel movimento del corpo che sta la differenza tra noi e altre scuole.
Ho visto molti tirare di scherma muovendo praticamente solo le braccia, con il resto del corpo che, magari, accompagna il movimento, le gambe che spingono per gestire la distanza, ma senza un movimento che coinvolga realmente tutto il corpo.
Ho visto molti tirare di scherma muovendo praticamente solo le braccia, con il resto del corpo che, magari, accompagna il movimento, le gambe che spingono per gestire la distanza, ma senza un movimento che coinvolga realmente tutto il corpo.
Nella scherma che insegniamo alla Tortellino Laser, è prima di tutto il corpo che si muove, la spada è solo l'ultima parte.
Questo consente di duellare sprecando meno energie e sforzando meno le articolazioni, di duellare meglio e a qualunque età!
Questo consente di duellare sprecando meno energie e sforzando meno le articolazioni, di duellare meglio e a qualunque età!
La Scherma che insegniamo non è solo un combattimento: è un'attenzione verso se stessi, un'attività completa, praticabile da tutti a tutte le età.
Non fidatevi di quello che dico, venite a provarlo di persona!
Non fidatevi di quello che dico, venite a provarlo di persona!
martedì 25 giugno 2019
DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO KAPPA
Vol. 15
Le giornate passano alquanto tranquille, i nostri allenamenti non hanno una sbavatura e alcune cose le abbiamo messe in pausa. Forse sono un n po stanco, con tutto quello che abbiamo fatto per partire bene forse sono anzi siamo un po’ spompati, Credo che anche la ciurma sia un po’ provata. C’è chi sta attraversando momenti alquanto intensi anche, sarebbe normalissimo fermarsi un pochino a riprendere fiato!
Nel frattempo comunque sono venuto a conoscenza di nuove tecnologie che potrebbero rivelarsi utili per le nostre memorie. Già da quando ce ne hanno parlato, ormai molto tempo fa, ho sempre avuto la curiosità ma ora che mi sono informato ti più e ho scoperto ulteriori cose voglio mettere gli olocron al servizio della ciurma!
Speriamo che i miei e i nostri studi siano i frutti sperati
Kappa
giovedì 20 giugno 2019
Forma 4, Episodio 1: Lore
Benvenuti a bordo, Baldi avventurieri!
Pronti per iniziare un nuovo viaggio esplorativo, alla scoperta di un nuovo Stile di combattimento con la Lightsaber?
Stiamo per addentrarci nei meandri di una delle Forme di Lightsaber Combat più affascinanti e spettacolari, quindi tenetevi stretti, si ballerà parecchio! 3,2,1, Partiamo!!!!
Stiamo parlando della Forma IV: Ataru, o Via dell’Hawk-Bat, chiamata anche, con merito, Forma dell’aggressione. La storia dell’Ataru si distende attraverso l’Era della Vecchia Repubblica almeno fino alle guerre Mandaloriane, dove veniva utilizzata comunemente dagli Jedi dell’epoca. Lo ritroviamo poi come stile comune anche tra gli Jedi delle più recenti fasi della Repubblica, durante le guerre dei Cloni.
Uno stile aggressivo, la Forma IV e’ rapida ed efficace contro avversari singoli, ma non altrettanto in combattimento prolungati ed in spazi ristretti. L’Ataru e’ caratterizzato da acrobazie assistite dalla Forza, sia per attaccare che per difendere e da colpi veloci e potenti.
Alcuni celebri usufruitori di questa Forma di combattimento furono Il Gran Maestro dell’ordine Jedi, Yoda, e da Qui-Gon Jinn.
L’Ataru si dimostrò una Forma di combattimento efficace quando utilizzata adeguatamente negli scontri ravvicinati, in particolare contro un singolo avversario; purtroppo, data l’aggressivita’ insita nello stile, non funziona molto bene contro più avversari e risulta inefficace contro il fuoco Blaster, in particolare se proveniente da multiple direzioni.
Probabilmente la Forma 4 non è molto efficace anche in caso di scontri prolungati, in quanto la sua natura può gravare pesantemente sulle riserve energetiche del fruitore. L’affaticamento può essere stato uno dei fattori che contribuirono alla morte di Qui-Gon Jinn per mano di Darth Maul, oltre alla necessità di spazio aperto per le acrobazie cinetiche dello stile: privo di ampio spazio per muoversi nel reattore centrale del Palazzo di Theed, Qui-Gon fu privato dell’elemento chiave della sua difesa e poté solo tentare di bloccare l’incessante raffica di colpi del Juyo di Maul.
Attraverso la Forza, alla base dell’Ataru, il Gran Maestro Yoda padroneggio’ la Forma IV al suo massimo livello. Egli la utilizzo’ in quasi tutte le sue battaglie e la sua maestria in questo stile lo rese virtualmente inarrestabile per la maggior parte degli avversari, nonostante la sua taglia ridotta e l’eta’ avanzata.
Ad un’attenta analisi, i suoi straordinari movimenti nel duello contro il Conte Dooku su Geonosis si dimostrano essere componenti standard della Forma IV eseguiti a straordinaria velocità, le guardie fluivano da una all’altra in un’armonica transizione caratteristica dello Stile, passando dallo Jung Su Ma (rotazione su se stesso) al Ton Su Ma (salto mortale) e al En Su Ma (avvitamento).
Questi tre movimenti rappresentano i tre possibili assi di rotazione nello spazio tridimensionale e, insieme ai salti potenziati dalla Forza, formano la componente principale del suo Stile, rendendo Yoda un’esemplare maestro della Forma IV, talmente bravo da renderlo in grado di sconfiggere il fuoco incrociato dei Cloni su Kashyyyk, nonostante la debolezza dell’Ataru contro il fuoco Blaster.
La prossima settimana vedremo insieme come abbiamo, alla Tortellino Laser, pensato di codificare la Forma IV.
Mistrolomeo
Pronti per iniziare un nuovo viaggio esplorativo, alla scoperta di un nuovo Stile di combattimento con la Lightsaber?
Stiamo per addentrarci nei meandri di una delle Forme di Lightsaber Combat più affascinanti e spettacolari, quindi tenetevi stretti, si ballerà parecchio! 3,2,1, Partiamo!!!!
Stiamo parlando della Forma IV: Ataru, o Via dell’Hawk-Bat, chiamata anche, con merito, Forma dell’aggressione. La storia dell’Ataru si distende attraverso l’Era della Vecchia Repubblica almeno fino alle guerre Mandaloriane, dove veniva utilizzata comunemente dagli Jedi dell’epoca. Lo ritroviamo poi come stile comune anche tra gli Jedi delle più recenti fasi della Repubblica, durante le guerre dei Cloni.
Uno stile aggressivo, la Forma IV e’ rapida ed efficace contro avversari singoli, ma non altrettanto in combattimento prolungati ed in spazi ristretti. L’Ataru e’ caratterizzato da acrobazie assistite dalla Forza, sia per attaccare che per difendere e da colpi veloci e potenti.
Alcuni celebri usufruitori di questa Forma di combattimento furono Il Gran Maestro dell’ordine Jedi, Yoda, e da Qui-Gon Jinn.
L’Ataru si dimostrò una Forma di combattimento efficace quando utilizzata adeguatamente negli scontri ravvicinati, in particolare contro un singolo avversario; purtroppo, data l’aggressivita’ insita nello stile, non funziona molto bene contro più avversari e risulta inefficace contro il fuoco Blaster, in particolare se proveniente da multiple direzioni.
Probabilmente la Forma 4 non è molto efficace anche in caso di scontri prolungati, in quanto la sua natura può gravare pesantemente sulle riserve energetiche del fruitore. L’affaticamento può essere stato uno dei fattori che contribuirono alla morte di Qui-Gon Jinn per mano di Darth Maul, oltre alla necessità di spazio aperto per le acrobazie cinetiche dello stile: privo di ampio spazio per muoversi nel reattore centrale del Palazzo di Theed, Qui-Gon fu privato dell’elemento chiave della sua difesa e poté solo tentare di bloccare l’incessante raffica di colpi del Juyo di Maul.
Attraverso la Forza, alla base dell’Ataru, il Gran Maestro Yoda padroneggio’ la Forma IV al suo massimo livello. Egli la utilizzo’ in quasi tutte le sue battaglie e la sua maestria in questo stile lo rese virtualmente inarrestabile per la maggior parte degli avversari, nonostante la sua taglia ridotta e l’eta’ avanzata.
Ad un’attenta analisi, i suoi straordinari movimenti nel duello contro il Conte Dooku su Geonosis si dimostrano essere componenti standard della Forma IV eseguiti a straordinaria velocità, le guardie fluivano da una all’altra in un’armonica transizione caratteristica dello Stile, passando dallo Jung Su Ma (rotazione su se stesso) al Ton Su Ma (salto mortale) e al En Su Ma (avvitamento).
Questi tre movimenti rappresentano i tre possibili assi di rotazione nello spazio tridimensionale e, insieme ai salti potenziati dalla Forza, formano la componente principale del suo Stile, rendendo Yoda un’esemplare maestro della Forma IV, talmente bravo da renderlo in grado di sconfiggere il fuoco incrociato dei Cloni su Kashyyyk, nonostante la debolezza dell’Ataru contro il fuoco Blaster.
La prossima settimana vedremo insieme come abbiamo, alla Tortellino Laser, pensato di codificare la Forma IV.
Mistrolomeo
martedì 18 giugno 2019
DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO KAPPA
Vol.14
Siamo finalmente giunti a una sorta di svolta e abbiamo cominciato a fare reclutament in maniera seria, molti curiosi si sono presentati facendo promesse che poi non hanno mantenuto. Si sa che più o meno tutti sono fatti così, è una forza da dentro quella che deve spingerti a fare quello che facciamo noi e spesso la trova chi sa ascoltarsi.
Ascoltarsi esatto! Capire se stessi sentire il proprio corpo non come unico mezzo da cui comunicare ma come strumento, facendosi attraversare dalla forza per espellerla facendo in modo che le nostre azioni parlino da sole! Questo ti rende libero.
Chissà se in questo universo qualcuno che vuole vedere con i nostri occhi c’è ancora, senza rimanere assorbito e schiacciato da poteri apparentemente innocui, ma che gravano sulla nostra mente in maniera quasi mastodontica. Sicuramente un giorno sapremo anche risvegliare chi è assopito, ora possiamo solamente limitarci a impedire che chi si è già reso conto di ciò non sprofondi nell’olio... non salviamo nessuno sia chiaro! Facciamo solamente in modo di mantenere il corso degli eventi in equilibrio. Per questo siamo diventati pirati!
Kappa
mercoledì 12 giugno 2019
Forma 3, Episodio 5: Alchimia
Buongiorno!
Eccoci arrivati alla tappa finale del nostro terzo viaggio, concludendo il percorso tecnico-conoscitivo del Soresu, la Forma 3 del Lightsaber Combat.
Abbiamo visto la stabilità dello Schii-Cho ben rappresentata dall’elemento Terra, l’elegante fluidità del Makashi fondersi con l’elemento Acqua: per quanto riguarda il Soresu, la sua imprevedibilità di movenze ben sublima nell’elemento Aria.
La rappresentazione alchemica dello Stile 3 e’ l’ultimo tassello del puzzle per completare pienamente la comprensione della Forma e delle sue molteplici variabili.
Partiamo la nostra analisi dalle caratteristiche intrinseche dell’elemento Aria ed applichiamole allo stile: l’aria e’ leggera, oppone pochissima resistenza, accoglie senza fermare, immobile e passiva, ma nello stesso tempo può essere rapida, sferzante, ubiquitaria financo letale.
Così il Soresu: passivo, immobile, in attesa; ma quando l’avversario incalza mostra la sua vera natura e potenza, la sua intangibilità, la sua ineffabile imprevedibilità, la leggerezza di un respiro si trasla improvvisamente in un contrattacco velocissimo ed inaspettato, che si insinua velocemente tra gli spazi e le difese.
L’aria e’ impalpabile, sfugge ad ogni controllo si provi ad esercitare su di essa: ma quando TU sei Aria, allora puoi “avvolgere” tutto con il tuo tocco. La pratica del Soresu insegna proprio ad avvolgere il proprio avversario come brezza leggera, ritirandosi a mulinello durante la difesa, solo per trovare gli spazi necessari durante l’attacco, in un moto perpetuo della spirale che si avviluppa e si espande durante le fasi del duello.
L’Aria ci deve portare a sviluppare la leggerezza del tocco: possiamo cambiare le correnti, la velocità, ma la potenza va esclusa nel modo più assoluto. Se ci pensiamo bene, la devastante forza di un uragano non dipende dalla sua massa, ma dalla sua velocità.
Alla Tortellino Laser, perseguendo sempre l’obbiettivo della sicurezza durante il duello come priorità, portiamo particolare attenzione didattica verso la morbidezza e leggerezza nel colpo, lo scopo del Soresu (nonostante sia uno stile a due mani, quindi idealmente più “potente”) deve essere quello di acquisire proprio tale sensibilità e maestria.
Vi lascio con un pensiero di Murakami, che ben descrive l’essenza del Soresu: “Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba.”
Mistrolomeo
Eccoci arrivati alla tappa finale del nostro terzo viaggio, concludendo il percorso tecnico-conoscitivo del Soresu, la Forma 3 del Lightsaber Combat.
Abbiamo visto la stabilità dello Schii-Cho ben rappresentata dall’elemento Terra, l’elegante fluidità del Makashi fondersi con l’elemento Acqua: per quanto riguarda il Soresu, la sua imprevedibilità di movenze ben sublima nell’elemento Aria.
La rappresentazione alchemica dello Stile 3 e’ l’ultimo tassello del puzzle per completare pienamente la comprensione della Forma e delle sue molteplici variabili.
Partiamo la nostra analisi dalle caratteristiche intrinseche dell’elemento Aria ed applichiamole allo stile: l’aria e’ leggera, oppone pochissima resistenza, accoglie senza fermare, immobile e passiva, ma nello stesso tempo può essere rapida, sferzante, ubiquitaria financo letale.
Così il Soresu: passivo, immobile, in attesa; ma quando l’avversario incalza mostra la sua vera natura e potenza, la sua intangibilità, la sua ineffabile imprevedibilità, la leggerezza di un respiro si trasla improvvisamente in un contrattacco velocissimo ed inaspettato, che si insinua velocemente tra gli spazi e le difese.
L’aria e’ impalpabile, sfugge ad ogni controllo si provi ad esercitare su di essa: ma quando TU sei Aria, allora puoi “avvolgere” tutto con il tuo tocco. La pratica del Soresu insegna proprio ad avvolgere il proprio avversario come brezza leggera, ritirandosi a mulinello durante la difesa, solo per trovare gli spazi necessari durante l’attacco, in un moto perpetuo della spirale che si avviluppa e si espande durante le fasi del duello.
L’Aria ci deve portare a sviluppare la leggerezza del tocco: possiamo cambiare le correnti, la velocità, ma la potenza va esclusa nel modo più assoluto. Se ci pensiamo bene, la devastante forza di un uragano non dipende dalla sua massa, ma dalla sua velocità.
Alla Tortellino Laser, perseguendo sempre l’obbiettivo della sicurezza durante il duello come priorità, portiamo particolare attenzione didattica verso la morbidezza e leggerezza nel colpo, lo scopo del Soresu (nonostante sia uno stile a due mani, quindi idealmente più “potente”) deve essere quello di acquisire proprio tale sensibilità e maestria.
Vi lascio con un pensiero di Murakami, che ben descrive l’essenza del Soresu: “Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba.”
Mistrolomeo
martedì 11 giugno 2019
DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO KAPPA
Vol.13
La difficoltà di mantenere e creare rapporti... una cosa alquanto sottovalutata, non ho molto da descrivere questa volta in quanto avventure o altro. Stiamo andando bene punto.
Un pensiero però si, vorrei esprimerlo, appunto quello del creare e mantenere rapporti, che siano commerciali o amichevoli o che semplicemente portino vantaggio (a noi s’intende), la difficoltà nel fare il capitano è anche questa, mantenere e creare rapporti con altre navi e altre realtà per creare una rete di persone con la quale poter raggiungere un vantaggio che non significa per forza unirsi e diventare una cosa sola ma perseguire obiettivi diversi ma nello stesso modo. C’è differenza. Per ora siamo riusciti a instaurare rapporti con buona parte della nostra parte di universo. Quantomeno rapporti non ostili ehehe.
Devo e dobbiamo continuare così, certo la dialettica non ci manca e il nostro modo affabile aiuta. Ma non bisogna abbassare la guardia, mai.
Lo so non ho scritto niente di importante ma stiamo per entrare in una fase impegnativa e stiamo preparando la nave, potrei descrivere i preparativi, ma mi assalirebbe la noia.
Kappa
giovedì 6 giugno 2019
Forma 3, Episodio 4: Geometrie
Bentrovati!
Dopo un we ricco di eventi per la Tortellino Laser asd, riprendiamo il nostro viaggio alla scoperta della “galassia Soresu”, analizzando le diverse sfaccettature della Forma 3.
Questa settimana voglio accuratamente approfondire le geometrie dello Stile, a mio modo di vedere fondamentali per dare raziocinio, e completa padronanza di fruizione, ad una Forma di combattimento con la Lightsaber altrimenti erratica e propensa ad una totale improvvisazione.
Se lo Schii-cho e’rappresentato da un’impenetrabile sfera ed il Makashi da un cono penetrante, l’imprevedibilità ed i movimenti del Soresu vengono delineati da una struttura ben più complessa: il Triskel o Triscele.
Simbolo potente della cultura celtica, il Triskel e’ costituito da 3 spirali che convergono in una zona centrale, in maniera destrorsa o sinistrorsa: spiegare la simbologia alchemica dietro a tale simbolo richiederebbe un articolo a suo totale beneficio, mi limiterò quindi a descriverne le funzionalità pratiche applicate allo Stile.
Considerando la struttura intrinseca del Triscele, la zona centrale, punto di unione delle 3 spirali, rappresenta il nostro “occhio del ciclone”, l’area di calma fisica e spirituale da cui tutto parte ed a cui tutto ritorna.
Partendo dal nostro centro, lo scopo della Forma 3 e’ costringere il nostro avversario a seguirci all’interno di una delle nostre 3 spirali, in maniera da portarlo sempre più vicino alla nostra guardia e finirlo alla prima apertura possibile con un rapido contrattacco.
Fondamentalmente stiamo parlando di una vera e propria trappola stilistica, facile da piazzare soprattutto davanti ad un avversario impulsivo ed aggressivo: ritirarsi a spirale intorno a lui lo costringerà a cambiare continuamente guardia, direttive d’attacco e bersaglio, consumando molte delle sue risorse energetiche e frustrandolo psicologicamente.
Padroneggiare una simile architettura strategica e’ complesso, difficile, applicabile solo attraverso uno spirito calmo ed una mente non coinvolta nella foga del duello, altrimenti la nostra spirale non seguirà il suo naturale flusso e tutta la nostra difesa potrebbe facilmente andare in pezzi.
Altro aspetto fondamentale, nella corretta applicazione della Forma 3, e’ ritornare il prima possibile nella nostra zona di “calma”, al centro del nostro Triskel, per recuperare energie fisiche e soprattutto mentali, provate intensamente dalla costruzione della nostra spirale difensiva. Rimanere troppo tempo all’interno di uno dei bracci rischia di rendere spigolosi i nostri movimenti e di perdere fluidità nel nella nostra scherma.
Il percorso per padroneggiare pienamente geometrie del Triskel richiede tempo, pazienza e dedizione, ma il vero Jedi non si farà certo spaventare da tutto ciò!
Mistrolomeo
Dopo un we ricco di eventi per la Tortellino Laser asd, riprendiamo il nostro viaggio alla scoperta della “galassia Soresu”, analizzando le diverse sfaccettature della Forma 3.
Questa settimana voglio accuratamente approfondire le geometrie dello Stile, a mio modo di vedere fondamentali per dare raziocinio, e completa padronanza di fruizione, ad una Forma di combattimento con la Lightsaber altrimenti erratica e propensa ad una totale improvvisazione.
Se lo Schii-cho e’rappresentato da un’impenetrabile sfera ed il Makashi da un cono penetrante, l’imprevedibilità ed i movimenti del Soresu vengono delineati da una struttura ben più complessa: il Triskel o Triscele.
Simbolo potente della cultura celtica, il Triskel e’ costituito da 3 spirali che convergono in una zona centrale, in maniera destrorsa o sinistrorsa: spiegare la simbologia alchemica dietro a tale simbolo richiederebbe un articolo a suo totale beneficio, mi limiterò quindi a descriverne le funzionalità pratiche applicate allo Stile.
Considerando la struttura intrinseca del Triscele, la zona centrale, punto di unione delle 3 spirali, rappresenta il nostro “occhio del ciclone”, l’area di calma fisica e spirituale da cui tutto parte ed a cui tutto ritorna.
Partendo dal nostro centro, lo scopo della Forma 3 e’ costringere il nostro avversario a seguirci all’interno di una delle nostre 3 spirali, in maniera da portarlo sempre più vicino alla nostra guardia e finirlo alla prima apertura possibile con un rapido contrattacco.
Fondamentalmente stiamo parlando di una vera e propria trappola stilistica, facile da piazzare soprattutto davanti ad un avversario impulsivo ed aggressivo: ritirarsi a spirale intorno a lui lo costringerà a cambiare continuamente guardia, direttive d’attacco e bersaglio, consumando molte delle sue risorse energetiche e frustrandolo psicologicamente.
Padroneggiare una simile architettura strategica e’ complesso, difficile, applicabile solo attraverso uno spirito calmo ed una mente non coinvolta nella foga del duello, altrimenti la nostra spirale non seguirà il suo naturale flusso e tutta la nostra difesa potrebbe facilmente andare in pezzi.
Altro aspetto fondamentale, nella corretta applicazione della Forma 3, e’ ritornare il prima possibile nella nostra zona di “calma”, al centro del nostro Triskel, per recuperare energie fisiche e soprattutto mentali, provate intensamente dalla costruzione della nostra spirale difensiva. Rimanere troppo tempo all’interno di uno dei bracci rischia di rendere spigolosi i nostri movimenti e di perdere fluidità nel nella nostra scherma.
Il percorso per padroneggiare pienamente geometrie del Triskel richiede tempo, pazienza e dedizione, ma il vero Jedi non si farà certo spaventare da tutto ciò!
Mistrolomeo
martedì 4 giugno 2019
DIARIO DI BORDO DEL CAPITANO KAPPA Vol. 12
Forse è un po’ che non mi concentro bene nello scrivere su ciò che succede nella nostra galassia, sicuramente alcune cose sono andate distorte e perse, me ne dispiaccio.
Non pensavo in così poco tempo di avere così tante cose a cui pensare, a cui noi tutti dover pensare! Chi una cosa chi l’altra siamo sempre oltremodo sempre carichi. Questo su di me ha sicuramente influito sul raccontare in questo diario le nostre vicende. Così al termine di questo periodo parecchio intenso tiro un attimo
le somme facendo un pensiero all’indietro meditando su ciò che è stato fatto. Ho parlando di intensità ma non è minimamente paragonabile all’impegno messo da tutta la ciurma: Arkael, Scimmia, Nat... e tutti gli altri si sono dimostrati valorosi membri di una nave pirata con la
lettera maiuscola non c’è che dire!
Spero anche di continuare ad essere
all’altezza del mio compito.
Abbiamo fatto festa in uno dei luoghi più suggestivi della nostra galassia e devo dire che ci siamo fatti riconoscere abbastanza, chi gestisce questo posto credo abbia sicuramente apprezzato il nostro modo di divertirci, la luce nei suoi occhi parlava chiaro!! Abbiamo conosciuto molta gente, rivisto molte persone di nostra conoscenza, bevuto e mangiato fino quasi a scoppiare! Che delizia mista a piacere intenso!!
Ma non ci siamo minimamente fermati! Infatti essendo noi bravi pirati, appena ripresi dai festeggiamenti abbiamo tirato su le nostre vele solari per andare a una sorta di incontro con altre realtà, siamo in campagna di reclutamento, qualche altro membro sarebbe comodo sul
Ponte della nave! Così abbiamo fatto, e con nostra grande sorpresa nonostante la bandiera pirata non si effettivamente ben vista come al solito ci siamo fatti riconoscere! Chissà chi si farà vivo sapendo che siamo pirati!
Eh si proprio un periodo intenso! La
ciurma inoltre è stata magistrale!
Non potrei chiedere di meglio...
O si...?
Kappa
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DIARIO DEL CAPITANO
Pagina 7 Data importante domani!! Ciao ciurma! Buon sabato a tutti quanti!! Oggi parlerò un po’ di me ma non tanto di quello che sento ...
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Pagina 2 Stai a vedere che riesco davvero a dare una continuità a quello che dico e che scrivo. La scorsa volta ho solamente detto ciò ...
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Riprendiamo da dove avevo interrotto Pagina 1: Ho interrotto qualcosa che mi faceva stare bene, che mi faceva sentire a mio agio e...
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buongiorno a tutti! Come anticipato la settimana scorsa, parte oggi la mia rassegna delle 8 forme di combattimento con la Lightsaber. Og...